Ripresa Economica, da Napoli a Siena 4 hackathon di idee imprenditoriali per le donne
Ripresa economica, da Napoli a Siena 4 hackathon di idee imprenditoriali per le donne
scritto da Manuela Perrone il 09 Dicembre 2020 –
Partire dalle energie femminili per far ripartire l’Italia. Mettere a sistema idee e competenze diverse, multidisciplinari, olistiche. Chiamare a raccolta in 4 tappe istituzioni, aziende e singole cittadine e cittadini per proporre azioni innovative per la ripresa che abbiano al centro l’inclusione piena delle donne nel tessuto sociale, produttivo ed economico del Paese. È questo l’obiettivo di Recovi-Ew, acronimo di “Restarting the Economy after Covid-19 through the Empowerment of Women”, il progetto scelto dall’ambasciata Usa in Italia nell’ambito di una call dedicata agli alumni dei programmi di scambio culturali tra Italia e Stati Uniti.
L’iniziativa sarà inaugurata il 10 dicembre alle 16 sulla pagina Fb dedicata, alla presenza della ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti, di Kelley Currie, ambasciatrice globale per le questioni di genere al Dipartimento di Stato Usa, della ex ministra Anna Finocchiaro, della deputata Pd Lia Quartapelle, di Laura Carpini, capo Unità per le politiche e la sicurezza dello spazio cibernetico della Farnesina nonché presidente dell’Associazione Donne italiane diplomatiche, della consigliera nazionale di parità Francesca Bagni Cipriani e di Laura Bononcini, direttrice di Facebook per le politiche pubbliche per l’Europa Meridionale.
La squadra che ha vinto la call dice già molto del progetto: ci sono l’avvocato internazionalista siciliano di stanza a Roma Pierfrancesco Torrisi, l’economista barese Raffaella Patimo, l’arabista napoletana Giuliana Cacciapuoti, la biologa molecolare senese Rita Vignani e la giovane genovese esperta in valutazione e monitoraggio, Martina Improta. Cinque discipline diverse, cinque territori diversi, cinque generazioni, dai 30 ai 60 anni. In comune l’aver partecipato a scambi Usa-Italia, come il programma Fulbright.
“Metti un pomeriggio di primavera in lockdown”, racconta Patimo, docente di economia del lavoro e di economia dell’integrazione europea all’Università di Bari, nonché Fulbright scholar. “Un post online invita a provare a misurarsi in una proposta di progetto che non solo spinga a reagire e ad andare verso la ripresa, ma di osare. L’idea è ancora più insolita del previsto. Non ci conosciamo, ma decidiamo di provare a sfidare l’ansia dell’ignoto con l’arma più vincente che abbiamo a disposizione: la conoscenza. Eccoci qui. Abbiamo scoperto sorprendenti affinità elettive digitali: Dio li fa e poi li raggruppa”.
A cementare la collaborazione è stata naturalmente una convinzione condivisa: quella per cui le disparità che la pandemia ha evidenziato o accentuato richiedono risposte innovative e sostenibili per superare le criticità attuali. E che nel potenziale inespresso o sacrificato delle donne va rintracciata la chiave per una rinascita equa e sostenibile. L’idea, sostenuta con 10mila dollari, è stata quella di programmare 4 hackathon in altrettante città italiane nel periodo tra marzo e giugno 2021: maratone digitali aperte a chiunque si vorrà registrare per promuovere la presentazione di proposte formative e imprenditoriali che valorizzino e facciano emergere i talenti delle donne. Che iniettino stima e fiducia nel lavoro femminile.
A ogni hackathon è associato un tema. Si partirà da Napoli, con il focus su integrazione multiculturale ed empowerment femminile. Al centro lo scambio tra le esperienze delle lavoratrici di imprese del territorio, come le dipendenti di Asìa Napoli, impresa che si occupa della raccolta di rifiuti urbani e della gestione delle Terme di Agnano. Ma più in generale sarà l’occasione per lavorare intorno alla piaga dell’economia informale, che vede spesso sia ragazze autoctone sia immigrate sperimentare contesti difficili di precariato e sfruttamento. Come uscirne? Come sostenere attività e idee nuove ed ecosostenibili?
A Siena i riflettori si accenderanno sulla sicurezza alimentare. Perché le donne rurali svolgono un ruolo essenziale nei suoi quattro pilastri: disponibilità, accessibilità, utilizzo e stabilità. Qual è la loro condizione professionale? Ci sono divari nell’accesso al settore? Come colmarli nella fase post-Covid e come generare valore sul territorio sarà oggetto di dibattito.
Lavoro e servizi saranno invece al centro dell’hackathon di Bari. Estendere la regolarità e la destagionalizzazione (problema particolarmente sentito in una regione del Sud dove forte è il lavoro stagionale e l’apporto delle braccianti) sarà l’obiettivo di apprendimento e training. Con lo sguardo rivolto in particolare all’aiuto delle tecnologie più avanzate e allo sviluppo di una sensibilità più forte alla sostenibilità, in particolare nel turismo.
Per ogni hackathon saranno presentate proposte, condivise su una piattaforma digitale: una sorta di sostegno ai progetti con incubazione, mentoring, coaching e training. Si svolgerà a Roma l’hackathon finale, con la “gara” che premierà i progetti migliori per ciascuna area tematica. “Spero in una forte partecipazione di donne e ragazze, ma anche di giovani uomini”, auspica Patimo. “Rita Levi Montalcini diceva che in questo secolo una donna non può essere moglie, madre e lavoratrice insieme, a meno di non stremarsi o non restare mediocre in tutti gli ambiti. Il secolo è cambiato, adesso ci sono gli strumenti tecnologici e di cooperazione per finire la rivoluzione che era stata cominciata. Per consentirci finalmente di essere tutto, come gli uomini e insieme agli uomini”.
fonte https://alleyoop.ilsole24ore.com/2020/12/09/ripresa-hackathon-donne/?refresh_ce=1